Mostra: 1 - 5 di 5 RISULTATI

Grifo, i cioccolatini della passione

Il 30 novembre di 110 anni fa nasceva La Perugina, ci piace festeggiare con uno dei cioccolatini a cui sono più affezionati gli italiani

Da bambini li trovavamo nella calza della befana e nelle pignatte dei compleanni; li ricevevamo dai nonni come ricompensa di una visita e come dolcetto di fine pasto. I Grifo Perugina per noi, come per tantissimi italiani nati fino agli inizi degli anni ’80, sono i cioccolatini con la “C” maiuscola. Al latte e fondenti, dalla caratteristica forma a metà cilindro, per decenni hanno rappresentato un piccolo e genuino piacere per tantissime persone.

Ci piace festeggiare con questi cioccolatini i 110 anni dell’azienda che ha contribuito, più di ogni altra, ad addolcire le giornate e gli anni degli italiani con tanti prodotti che hanno accompagnato la storia di ognuno di noi e quella del Paese come i Dimmi di si o i Tre re, le mitiche Banane o le Perle di Giava, i Cazzotti, che poi diventeranno i mitici Baci o i Grifo. Senza contare caramelle come le Rossana, le mitiche Fondenti o gli Spicchi e ancora i dessert.

Inventati da Luisa Spagnoli, la prima cioccolataia italiana fondatrice della Perugina, dove ha ideato alcuni tra i prodotti dolciari più famosi, i Grifo ancora oggi sono un simbolo della cioccolateria italiana di qualità. Una vera e propria icona!

Nell’idea di Liù, come amava chiamare la Spagnoli Giovanni Buitoni, il suo secondo amore, questo cioccolatino doveva rappresentare proprio un piccolo piacere per far assaporare a tutti la bontà dei cioccolato a latte e fondente dell’azienda di Perugia. Le tavolette, allora, non erano alla portata di tutti come oggi, mentre un cioccolatino si poteva acquistare, come facevano in molti, in tabaccheria o dal coloniali per 50-100 lire.

Inconfondibili, nella loro carta stagnola colorata, per quelli a latte, nera per i fondenti o dorata per gli extra fondenti, nelle intenzioni della loro creatrice, dovevano essere un omaggio alla città umbra, per cui scelse di marchiarli con il simbolo del grifo, da cui il nome.

In verità, come confermano dall’azienda, oggi di proprietà del Gruppo Nestlè, sulla nascita di questi deliziosi cioccolatini c’è un alone di mistero. Nei faldoni dell’archivio, infatti, andando indietro nel tempo, precisamente al 1921, con il nome Grifo è registrata una tavoletta al latte e caffè, il cui brevetto era stato depositato due anni prima, nel 1919. Nel primo catalogo del 1926/27 non si trova alcun riferimento né alle tavolette, né ai cioccolatini Grifo mentre in un catalogo del 1939 addirittura la tavoletta al caffè si chiama Moka. I primi documenti aziendali che parlano di cioccolatini assortiti al latte Fantasia Grifo sono della fine degli anni 50.

Luisa Spagnoli, che macinava nuove idee ogni giorno, deve aver avuto l’idea dei Grifo in un periodo bello ma allo stesso tempo difficilissimo per lei e per l’azienda che porterà i fondatori a separarsi. Nel 1923 la famiglia Buitoni acquisisce il controllo dell’impresa che diventa, semplicemente, Perugina. Sotto la guida di Giovanni Buitoni e la creatività di Luisa Spagnoli, Perugina nel 1929 inventa la prima scatola di cioccolatini confezionata.

Avremmo potuto scegliere i Baci, i cioccolatini più famosi e venduti dell’azienda, ma secondo noi i Grifo, più di ogni altro cioccolatino, sono rappresentativi di una tradizione importante ma ancora di più racchiudono una grande storia di passione e d’amore.

 

Un’immagine inedita dei Grifo – 1955

Please follow and like us:

Il Tiramisù di Venchi ispirato alla Dolce vita

È difficile suscitare l’interesse verso un nuovo cioccolatino. Soprattutto in questo periodo, quando i principali brand e gli artigiani escono con le proposte autunno/inverno. Venchi ci è riuscita con Tiramisù e grazie ad una campagna che non passa inosservata, ispirata alla Dolce vita. Che l’azienda di Castelletto di Stura (Cuneo), rapportandola al piacere della cioccolata ha ribattezzato “La vita dolce”. Idea originale e raffinata al tempo stesso che punta all’immaginario collettivo abbinando due elementi fortemente evocativi dell’italianità: la Dolce vita e il Tiramisù.

Il nome del nuovo cioccolatino richiama il più famoso dessert Italiano che, ovviamente, ha ispirato la ricetta. Come quest’ultimo, la pralina è costituita da tre strati che si alternano e completano per un dolce equilibrato, morbido e profumato. Uno strato di crema al caffè, resa morbida dal burro di cacao, presente naturalmente all’interno delle fave di cacao; uno strato centrale di crema di cioccolato bianco con aroma naturale di mascarpone e infine uno strato di cioccolato al latte originario del Venezuela con alto tenore di cacao, che le conferisce un leggero sentore di frutta secca e ciliegia matura.  “Un sogno italiano da assaporare”, come recita il claim della campagna che in questi giorni si trova praticamente dovunque online, sui principali siti d’informazione e gastronomici e i social.

La campagna di comunicazione, che ci piace molto, ha come protagonista una bella ed elegante donna che assapora il Tiramisù, il dolce Italiano più celebre al mondo, seduta ad una tavolino presumibilmente sulla terrazza di un bar sullo sfondo di una città d’arte italiana.

Questa immagine celebrativa della “Vita Dolce” Italiana è impressa sul cofanetto regalo in latta da conservare o collezionare, contenente 9 praline che è una delle tre confezioni in cui è venduto il nuovo cioccolatino. Le altre due sono il classico sacchetto trasparente con sigillo dorato con circa 25 cioccolatini e una scatola in elegante cartone abbellitta da nastro in raso brandizzato.

Tiramisù è un cioccolatino nuovo anche nella forma, che apparentemente sembra diffusa, ma se ci si sofferma a guardarlo attentamente si scopre che è un tronco di cono con un’angolazione quasi impercettibile, esaltato dall’incarto, semplice ma d’effetto nella classica stagnola dorata chiusa sul fondo con il bollino dorato Venchi.

Please follow and like us: